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      Era tanto obedito e temuto che lo tennero quasi per loro Iddio, e molte terre l'avevano fatto scolpire e ne tenevano le statue. Ebbe cento figliuoli e figliuole, e la maggior parte, a questo tempo della prigionia d'Atabalipa, erano vivi. Sono otto anni che egli morí, e lasciò suo successore un suo figliuolo chiamato medesimamente il Cusco. Questo era figliuolo d'una moglie legitima: chiamano moglie legitima la piú principale e quella che è piú amata dal marito. Lasciò il Cusco vecchio signore della provincia di Guito, separata da quello altro stato principale, Atabalipa, che era minore del Cusco giovane. Il corpo del Cusco vecchio sta nella provincia di Guito, dove morí, ma la testa fu portata nella città del Cusco, dove in gran riverenza la tengono, con gran ricchezze d'oro e d'argento: perché la casa dove ella sta ha il suolo, le mura e il tetto di piastre d'oro e d'argento, inserito l'un con l'altro. E in quella stessa città sono venti altre case, le cui mura sono e di dentro e di fuori coverte di certe laminette o sfoglie sottili d'oro, e vi sono di piú molti altri ricchi edificii; e ivi teneva il Cusco il suo tesoro, che erano tre case piene di pezzi d'oro e cinque piene d'argento, e centomila piastrelle o tegolette d'oro che avevano cavato dalle minere, e ogni tegola pesava cinquanta castigliani: e questo l'aveva avuto di tributo dalle terre che signoreggiava. E davanti a quella città n'era un'altra chiamata Collao, dove è un fiume che ha molta quantità d'oro. Dieci giornate dalla provincia di Caxamalca è un'altra provincia chiamata Guaneso, nella quale è medesimamente un fiume cosí ricco d'oro come quel di Collao.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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