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      Ma che tutto questo d'allora avanti cesserebbe, perché a questo effetto l'aveva mandato l'imperatore, che era re e signore de' cristiani e di tutti loro, e che per questo aveva Iddio permesso ch'egli con tanto sforzo di gente fosse stato rotto e preso da cosí pochi cristiani: onde poteva vedere quanto poco aiuto avuto avesse dalli suoi idoli, e come era stato il demonio che ingannato l'avea. Atabalipa rispose che, perché né egli né i suoi passati non avevano mai veduto cristiani, non avevano saputo questo, e perciò egli era come gli altri vivuto. E stava Atabalipa attonito di quello che gli aveva il governatore detto, e ben s'accorgeva e conosceva che quel che nel suo idolo parlava non era il vero Iddio, poiché cosí poco ne' suoi bisogni l'aveva aiutato.
      Quando il governatore si fu con gli suoi Spagnuoli riposato del travaglio del cammino e della battaglia, mandò tosto messi al popolo di San Michiele, facendo a' suoi cristiani intendere quanto avenuto era, e desiderando d'intendere da loro come passavano, e se era vassello alcuno venuto di Panama: di che ordinò che fusse tosto avisato. Poi fece far nella piazza di Caxamalca una chiesa, dove la messa santa si celebrasse, e fece la muraglia della piazza circondata rovinare, perché era bassa, e la fece rifar di calcina e terra, alta quanto è due volte un uomo, e che girava attorno 550 passi. Fece molte altre cose anco fare per guardia di questi suoi alloggiamenti, e ogni dí s'andava informando se ragunanza alcuna di gente si faceva, e dell'altre cose che per la contrada passavano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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