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      Da questa terra se ne venne il capitan Fernando Pizarro, per le medesime giornate che aveva nell'andare fatte, alla città di Caxamalca, dove entrò a' 25 dí di maggio del 1533. E quivi si vidde una cosa che non s'è piú vista da che si discoprirono queste Indie, ed è fra Spagnuoli anco cosa notabile: che quando Chilicuchima entrò per le porte dove il suo signore preso stava, tolse di sopra ad uno Indiano di quelli che con lui andavano un mediocre carico che colui portava e se 'l gettò su le spalle, e questo stesso fecero anco molti altri principali di quelli che seco andavano, e a questo modo carichi se ne entrarono dove Atabalipa stava, e nel vederlo alzarono verso il sole le mani, ringraziandolo che glielo avesse lasciato vedere. E poi tosto con molta riverenza piangendo gli s'accostò Chilicuchima, e gli baciò il viso e le mani e i piedi, e il somigliante fecero tosto appresso tutti quegli altri principali che con lui venivano. Atabalipa mostrò tanta maestà che, benché in tutto il suo regno non avesse uomo che tanto amasse quanto costui, nondimeno non lo guardò in viso, né fece di lui piú caso che fatto avrebbe del piú meschino Indiano che gli fusse venuto dinanzi. Quel caricarsi a quel modo nel voler entrar a vedere Atabalipa è una certa cerimonia che si fa a tutti quelli che hanno in quelle contrade regnato.
      Questa relazione di tutte le cose sopradette, come particolarmente avennero, fu fatta da me, Michiele d'Estete proveditore, che in questo viaggio col capitan Fernando Pizarro mi ritrovai.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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