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      E il governatore diede alcune pecore e castrati e Indiani agli Spagnuoli a' quali aveva data licenza, perché potessero piú commodamente portarsi via l'oro e l'argento e l'altre robbe fino alla città di San Michiele; ma per il viaggio alcuni particolari perderono oro e argento in quantità di piú di vinticinquemila castigliani, perché li castrati e le pecore se ne fuggivano via con l'oro e con l'argento, che gli Spagnuoli avevano lor posto sopra perché lo conducessero, e se ne fuggivano medesimamente alcuni Indiani. E in questo cammino da Caxamalca sino al porto, che sono presso a dugento leghe, patirono molta fame e sete e gran travaglio, perché non avevano bestie né persone che conducessero le loro robbe guadagnate che portavano. Giunti finalmente al porto, s'imbarcarono e se ne vennero a Panama, e indi passarono al Nome di Dio, dove imbarcati con l'aiuto di nostro Signore navigando giunsero a salvamento in Siviglia, dove sono ora giunte quattro navi, con la seguente quantità d'oro e d'argento.
      A' cinque di decembre del 1533 giunse a questa città di Siviglia la prima di queste quattro navi, nella quale venne il capitan Cristoforo di Meva, che portò suoi ottomila castigliani d'oro e cinquecento marchi d'argento (il marco è otto oncie, come s'è detto di sopra). Vi portò anco con questa nave un clerico di Siviglia chiamato Iovan di Sosa 6 mila castigliani d'oro e ottanta marchi d'argento; vennero medesimamente in questa nave, di piú della quantità già detta, trentaottomila e 946 castigliani d'oro: parlo di oro in massa di quella valuta.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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