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      Però ciascuno al meglio che poté si rimediò e passossene quella mala e travagliosa notte, finché venne l'aurora, nella quale ordinò che cavalcassero per giungere a buon'ora a Xauxa, che era quattro leghe lontana de lí; e avendone già cavalcate due, il governator fece dividere li sessantacinque cavalli fra tre capitani, dandone a ciascun di essi quindeci, pigliando con lui gli altri venti, con li venti pedoni che guardavano Chilicuchima. In questo ordine camminarono fino a porsi ad una lega lunge da Xauxa, avendo a ciascun capitano ordinato quel che dovesse fare, e si fermarono tutti in un picciol luogo e villetta che quivi era; poi si mossero con buon concerto tutti e giunsero a vista della città in una costa, lontani un quarto di lega, e si fermarono tutti.
     
     
      Giungono alla città di Xauxa, e parte di loro restano in essa per guardia e altri contra l'esercito de' nemici co' quali combattendo restano vittoriosi, e fanno ritorno a Xauxa; né quivi molto restano, che di loro parte vanno verso il Cusco per ritrovare il corpo dell'esercito de' nemici, ma il fatto non gli riesce e fanno a Xauxa ritorno.
     
      La gente della terra uscí tutta fuori su la strada per veder i cristiani, ringraziandoli della venuta loro, con la quale tenevan per fermo uscir di servitú e penosa soggezione di quella gente forestiera. In questo luogo volsero aspettare che entrasse piú il giorno, però, veduto che non compariva gente da guerra, cominciarono a camminar per entrar nella terra. E nel calare quella picciola costa viddero venir correndo a gran fretta uno Indiano con una lancia alta, e giunto a loro si vidde esser un creato di cristiani, che disse che il suo patrone l'aveva mandato a far loro intendere che dovessero camminar presto, che li nemici erano dentro la terra, e che duoi cristiani a cavallo innanzi a tutti gli altri avevan spinto i lor cavalli ed erano entrati dentro per veder gli alloggiamenti che ci erano, e andandoli ricercando viddero qualche venti Indiani che uscivano di certe case con le lor lancie e altre arme, chiamando gli altri che fossero usciti a congiungersi con esso loro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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