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      E dalla banda dove fanno questi ponti di rete, dove i fiumi sono grossi, per esser la provincia abitata in dentro dove non è vicino il mare, niuno del paese è quasi che sappia nuotare, e per questa cagione, quantunche siano i fiumi piccioli e che si possano passare a guazzo, gli fanno nondimeno sopra i ponti, in questo modo: che se il fiume ha le rive sassose da una banda e l'altra, armano sopra d'esse un muro grande di pietra alto, e poi mettono quattro stanghe, grosse di duo palmi o poco meno, che traversano il fiume, e nel mezzo in forma di graticci tessono vimini verdi grossi come due deta, ben tessuti, che non sia piú lento l'uno che l'altro, legati in buona forma, e sopra di questi mettono delle rame attraversate, in modo che non si vede l'acqua: e in questo modo è il pavimento del ponte. E nel medesimo modo tessono un muro alle sponde del ponte, con questi medesimi vimini, accioché niuno possa cadere nell'acqua: di che non ci è poi niun pericolo, benché a chi non è pratico par cosa pericolosa il passarlo, perché, essendo il tratto e lo spacio grande, piega il ponte quando l'uomo vi passa, che sempre va abbassando fin al mezzo e doppo va montando finché l'abbia finito di passare all'altra riva, e quando si passa trema molto forte, in modo che a chi non v'è usato se gli svanisce la testa. Fanno per l'ordinario duoi ponti insieme, perché dicono che per l'uno passano i signori e per l'altro la gente comune. Vi tengono le lor guardie, le quali il cacique signore di tutto il paese gli fa di continuo riseder quivi, perché, se i viandanti gli portassero via oro e argento o altra sua robba, o d'altri signori del paese, non lo possano portare di là; e quelli che essi tengono in questi ponti v'hanno le loro stanze vicine, e hanno di continuo presso di loro vimini e graticci e corde per racconciar i ponti quando si vengono guastando, e farne bisognando di nuovo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486