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      Fu similmente il suo cavallo percosso di un'altra pietra in una gamba, che gliela spezzò, e morí incontinente. Di questo ripresero grande animo gli Spagnuoli, e affrettarono di passar il fiume; e veduto dagli Indiani la loro determinazione, si ritiraron fuggendo ad un monte aspro, dove moriron da cento di loro. I cavalli li seguirono ben una lega e mezza per il monte, e perché s'eran cacciati e fermati nel piú forte del monte, dove i cavalli non potevano ascendere, si ritirarono alla città. E veduto poi che i nemici non si levavano da quel forte del monte, fu determinato di ritornar di nuovo contra di loro, e uscirono alla volta d'essi 20 Spagnuoli con piú di 3 mila Indiani amici, e gli assaltarono in quel monte dove stavano fortificati e n'uccisero parecchi, scacciandoli da quel forte e perseguitandogli ben tre leghe, con la morte di molti caciqui circonvicini che erano in favor loro: con la qual vittoria restarono tanto allegri gl'Indiani amici, come se essi soli l'avessero conseguita. Gl'Indiani di Guito si rimisero di nuovo insieme in un luogo che si chiama Tarma, lungi 5 leghe da Xauxa, donde similmente furon scacciati, perché facean molto danno in tutte le terre vicine".
     
     
      Della gran quantità d'oro e d'argento che fanno fondere, e delle figure d'oro che adoravano gl'Indiani. Della fondazione della città del Cusco, fatta colonia da' Spagnuoli, con gli ordini da loro ivi posti.
     
      Sapute queste buone nuove dal governatore, le fece incontanente publicare, di che tutti gli Spagnuoli sentirono sommo contento, e dieron grazie infinite a Dio che gli fusse in tutto e per tutto cosí favorevole in questa impresa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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