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      Or a cercare questa cannella e altre cose non conosciute di quel paese andò il capitano e gli Spagnuoli che ho detto, e andando giú per un fiume intesero che passando avanti ci era carestia di vettovaglia, e in certe montagne aspre trovarono alcuni alberi di questa cannella, ma pochi e inculti, secondo che dalla natura erano stati prodotti, e lontani l'uno dall'altro, in guisa che l'effetto non era corrispondente al desiderio delli ritrovatori, percioché quella cannella che viddero era molto poca e da non farne molto caso. E patendo i nostri assai per la fame, che già era molto grande, determinò quel capitano di mandare il capitan Francesco d'Oregliana con 50 compagni a cercare da mangiare, e perché vedessero la qualità del paese; ed esso Gonzalo Pizarro restò con tutta l'altra gente che aveva in un certo luogo, fino a tanto che intendesse quello che Francesco d'Oregliana avesse trovato.
      Il quale, con gli suoi cinquanta compagni, il secondo dí di Natale di Cristo nostro Signore dell'anno 1542 uscí dell'alloggiamento del detto Gonzalo Pizarro, andando giú per un fiume con una barca e certe canoe, e portavano qualche soma di robba e alcuni infermi e la munizione della polvere; e delli cinquanta compagni detti, alcuni ne erano archibusieri e alcuni balestrieri. Quel fiume nasce in una provincia chiamata Atunquixo, discosto intorno di trenta leghe dal mar Australe, ed è sotto l'altro polo antartico; il qual fiume già l'aveva passato il detto Gonzalo Pizarro con tutta la sua compagnia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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