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      Dice ancora il sopradetto messer Pietro Bellon che, vendendosi i detti pesci, cioè marsuino o becco d'oca, che è il delfino, nella pescheria di Parigi tagliato in pezzi, coloro che hanno cognizione della bontà d'essi per carne migliore e piú saporita eleggono quei pezzi che non sono grassi, ma piú tosto magri, quali sono quei del dolfino, percioché li marsuini sono piú grassi che li delfini, i quali, avendo piú del magro, sono piú dilettevoli e piú preziosi al gusto. E si maraviglia il detto messer Pietro Bellon come gli antichi; i quali erano cosí golosi, e massimamente de' pesci, non ne abbino voluto mangiare, per quel che si legge ne' libri antichi, e che al gusto de' Francesi questi siano li piú delicati pesci che si possino avere, e per la lor bontà si vendino molto cari, percioché esso ha veduto vendere un delfino 50 scudi d'oro. Sopra li quai pesci narra che vi fanno li piú delicati sapori e salse che si sappino imaginare, mettendovi noci moscate, garofani, macis, cinamomo pesto, butiro, zucchero, aceto e pane arrosto. Dice appresso che già molti anni nella città di Roan coloro che vendevano li detti pesci (che ve ne vengono portati infiniti per essere appresso il mare) solevano gettar via la coda e le due ali, ma che al presente coloro che hanno auttorità, venduto che è il delfino o marsuino, si fanno portare a casa questi tre pezzi che abbiamo detto per regalia, come cosa delicata. Questo è quel che con quanta brevità ci è stato possibile abbiamo trascritto dai libri di questi due eccellenti uomini francesi del delfino e marsovino: e se siamo stati lunghi e tediosi, n'è stata cagione la novità della materia, non conosciuta in queste nostre parti d'Italia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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