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      Credemmo ancora, per varie congietture e vestigii, che molti di loro, dormendo alla campagna, altro che il cielo non abbino per copertura. Altro di loro non conoscemmo. Pensiamo che tutti gli altri della passata terra vivino al medesimo modo.
      Essendo dimorati in quella terra tre giorni, sorti alla costa per mancamento di porti, deliberammo partirsi scorrendo sempre al lito fra tramontana e levante, navigando solamente il giorno e posandoci su l'ancore la notte. In spazio di leghe 100 trovammo un sito molto ameno, posto infra piccioli colli eminenti, nel mezzo de' quali correva al mare una grandissima fiumara, la qual dentro alla foce era profonda: e dal mare alla entrata di quella col crescimento dell'acque, qual trovammo piedi otto, saria passata ogni gran nave carga; ma, per esser sorti alla costa in luogo ben coperto da' venti, non volemmo senza cognizione della foce aventurarci, e solo entrammo col battello nella detta fiumara, e vedemmo il paese molto popolato. La gente è quasi conforme agli altri, e vestiti di penne d'uccelli di varii colori: venivano verso noi allegramente, mettendo grandissimi gridi d'ammirazione, mostrando dove col battello avessimo piú sicuramente ad arrivare. Entrammo per detta fiumara dentro alla terra circa mezza lega, dove faceva un bellissimo lago di circuito di leghe tre in circa, per il quale andavano discorrendo dall'una parte all'altra al numero di trenta di loro barchette, e con infinite genti che passavano dall'una all'altra riva per venirci a vedere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486