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      Quello che piú tenessero in prezzo delle cose che da noi gli erano donate erano sonagli, cristallini azzurri e altre fantasie da metter all'orecchie o al collo. Non pregiavano drappi di seta o d'oro, e manco d'altra sorte, né si curavano averne di simili a quelli; de' metalli come è acciaio e ferro, che piú volte mostrammo loro delle nostre armi, non ne pigliavano admirazione, e quelle riguardando solo dimandavano l'artificio; degli specchi il simile facevano, che, riguardandoli, subito ridendo ce li restituivano. Sono molto liberali, perché donano ciò che hanno. Facemmo con loro grande amistà, e un giorno con la nave entrammo nel porto, stando per li tempi contrarii una lega al mar surti. Venivano con gran numero di loro barchette alla nave, tutti dipinti e acconci il viso con varii colori, mostrandoci ch'era segno d'allegrezza: portandoci delle lor vivande, ci facevano segno dove nel porto avessimo a sorgere per salvazione della nave, di continuo accompagnandoci.
      Poiché fummo sorti, posammo quindeci giorni, provedendoci di molte cose necessarie; laonde ogni giorno venivano genti a veder la nave, menando le lor donne, delle quali sono molto gelosi, imperoché, entrando essi nella nave e dimorandovi per lungo spacio, facevano aspettar le loro donne nelle barchette: e con quanti preghi facemmo loro, offerendo donarli varie cose, non fu mai possibile che volessero lasciarle entrar in nave. E molte volte, venendo uno delli duoi re con la reina e molti gentiluomini per suo piacere a vederci, tutte si fermavano ad una terra distante da noi dugento passi, mandando una barchetta ad avisarci della sua venuta, dicendo voler venire a vedere la nave: questo facendo in segno di sicurezza; e come da noi ebbero la risposta, subito vennono, e stati alquanto a riguardare si maravigliavano, sentendo li gridi e strepiti delli marinari.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486