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      Alcuni hanno delle berrette picciole aguzze un poco, e non cuoprono salvo che la cima della testa, e tutti hanno la testa rasa e la barba, salvo la parte che è fra il naso e le labra; altri hanno la testa infasciata di tela bambagina alla turchesca, ma la maggior parte non sono vestiti se non dalla cintura in giú e tutto il corpo scoperto, e portano manigli d'oro nelle braccia e le spade al fianco, le quali sono circa due piedi e mezzo lunghe, col manico tutto d'oro e molto sottilmente lavorate, e il fodro di legno tutto d'un pezzo, molto ben fatto: e chiamano detta spada cas.
     
     
      Dell'armi di quelli della Taprobana.
     
      Non è alcuno, grande né picciolo, prete né maritato, che non porti un cas al fianco; e le loro armi sono come giavarine col ferro piú lungo e piú stretto, e l'asta di quelle è d'un legno molto grave, e hanno targhe e rotelle di cuoio di bufolo grosse un deto, e altre di legno coperte di pelle di pesce o di serpente o di pelle di qualche altro animale. Hanno piccioli archi e picciole frezze, e cerebottane per le quali soffiano dette picciole frezze, ferrate e molto acute.
     
     
      Delli frutti di quel paese e delli grani.
     
      Vi è un frutto, il qual essi chiamano pissan, che è molto buono e delicato, e cresce in un arbore, ed è della similitudine d'un picciolo cocomero; e un altro frutto grosso e lungo, che tira in tondo, il quale di fuora par un artichiocco overo una pigna ed è verde, e dentro vi è un frutto come una castagna, di simil gusto e foggia, e di sopra di questa castagna è una coperta di tal modo e liquore e colore e di tal gusto come un capo di latte inzuccarato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Taprobana