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      E senza che li facessimo dimanda o segno alcuno, presero la catena del subbiotto del capitano, che era d'argento, e il manico del pugnale de uno de' nostri compagni marinari, qual era d'ottone giallo quanto l'oro e li pendeva dal fianco, e ci mostrorono che quello veniva di sopra di detto fiume, e che vi sono di agouionda, che vuol dire malvage genti, i quali vanno armati fino in cima delle deta, mostrandoci anco la forma dell'arme loro, le quali sono fatte di corde e legno lavorate e tessute insieme, dandoci ad intendere che detti agouionda di continuo fanno guerra tra loro; ma, per difetto di lingua, non potemmo intender da loro quanto spazio v'era sino in detto paese. Il capitan mostrò loro del rame rosso, qual chiamano caignetadze: dimostrandoli con segni, voltandosi verso detto paese, li dimandava se veniva da quelle parti, ed eglino cominciarono a crollar il capo, volendo dir no, ma ben ne significarono che veniva da Saguenay, qual è dalla banda contraria del precedente. E dopo che vedemmo queste cose e intendemmo da loro, ci ritirammo alle nostre barche, accompagnati da una gran moltitudine di detto popolo: e parte di loro, quando vedevano i nostri compagni stracchi, li toglievano sopra le loro spalle come sopra cavalli e li portavano. Ed essendo noi arrivati alle barche, facemmo vela per ritornar al nostro galione, dubitando che non avesse avuto qualche sinistro. La partita nostra molto rincrebbe e dispiacque a tutto detto popolo, percioché quanto mai ne poteron seguitare descendendo per detto fiume ne seguitorono; e noi tanto navigammo che alli quattro d'ottobre, il lunedí, arrivammo dove era il detto nostro galione.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Saguenay