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      Di piú si fanno in San Tomé assai filati cremesini, tenti con una certa radice che chiamano saia, e anche questi per lavare mai perdono il colore, anzi piú se gli aviva il cremesino; si portano questi filati per la maggior parte a Pegu, percioché là si adoperano nel tessere i loro panni a loro usanza ed è di manco spesa. Spaventosa cosa è chi non ha piú visto l'imbarcare e sbarcar le mercanzie e le persone a San Tomé, percioché è costa brava, né si può servire d'alcun navilio né delle barche delle navi a far questo servizio, perché tutte andarebbono in pezzi; ma adoperano certe barchette fatte aposta molto alte e larghe, ch'essi chiamano masudi, e sono fatte con tavole sottili, e con corde sottili cusite insieme una tavola con l'altra. Quando s'imbarca, s'imbarcano le persone e le robe su queste barchette in terra, e poi li barcaruoli le gettano cosí cariche in mare, e con prestezza si mettono a vogare contra le grossissime onde del mare, sin che alle navi sorte, si conducono. E cosí medesimamente venendo dalle navi o dai navilii in terra con queste barchette carche d'uomini e di mercanzia, li barcaruoli, quando sono vicini a terra, saltano in acqua per tenere il masudi dritto, che non si ribalti, e l'onde del mare gettano il masudi in terra, talché li passagieri e la roba si discarca a piè sutto; e alle volte se ne ribalta qualcuno, ma con poco danno, perché poco si carcano; e tutta la mercanzia che va per fuora si imboglia benissimo con buone pelle di manzo, percioché se si bagnasse patirebbe gran danno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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