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      Sono intorno a sedeci anni che questo regno fu preso e distrutto dal re di Patane, che fu anche re di gran parte di Bengala, e subito vi pose il dazio di venti per cento, come nel suo regno si pagava; ma poco lo godette questo tiranno, perché di là a pochi anni fu soggiogato da un altro tiranno, dal grande Magol re d'Agra, del Deli e di tutta Cambaia, senza quasi metter mai mano alla spada.
      Io mi parti' d'Orisa per Bengala al porto Picheno, qual è distante de qui cento e settanta miglia verso levante; si va cioè scorrendo la costa cinquantaquattro miglia, indi s'entra nel fiume Ganze, dalla bocca del qual fiume sino a Satagan, città ove si fanno i negozii e ove i mercadanti si riducono, sono cento e venti miglia, che si fanno in dicidotto ore a remi, cioè in tre crescenti d'acqua, che sono di sei ore l'uno. Quando poi l'acqua le sei ore calla, non si può far viaggio, perché l'acque corrono troppo di furia e, ancora che le barche siano leggiere e ben fornite di remi e in foggia di fuste, non si può andar inanzi, ma bisogna legarsi per non esser portati adietro dal reflusso. Si chiamano queste barche bazaras e patuas, e si vogano alla galeotta cosí bene come abbia mai visto. Una buona marea prima che si arrivi a Satagan, si trova un luogo che si chiama Bettor, e da lí in su non vanno le navi grosse, perché il fiume ha poca acqua. Qui in Bettor ogni anno si fa e disfa una buona villa con case e boteghe di paglia, fornite di tutte le cose necessarie a usanza loro; e dura questa villa sina che le navi parteno per India, e, partite che sono, tutti vanno alle sue terre e danno fuoco alla villa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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