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      Nell'istessa isola ritrovarono gran quantità di legni, che andavano a seconda, e molti rosmari, da' marinari chiamati walruschen, animali o mostri marini che hanno grandissimi denti, quali si adoprano in vece d'avorio. Quivi anco è una buona stanza o porto per le navi, di dodeci o tredeci braccia di fondo, guardato da ogni vento, eccetto che da garbino e ponente. Quivi trovarono anco certi fragmenti d'una nave di Russia.
      A' 8 di luglio ebbero vento da greco levante e tempo nubiloso.
      A' 9 di detto mese navigarono alla Battaglia detta dell'Orso, sotto l'isola di Guglielmo nel porto o stazione delle navi, dove ritrovarono un orso bianco, qual veduto i marinari subito si ritirarono nel suo copano e con uno archibugio lo passarono; nientedimeno l'orso mostrò forze maravigliose, che quasi superano quelle di qualsivoglia animale, e tali che non furono udite giamai né d'un leone né di qualsivoglia altra ferocissima fiera. Percioché, quantunque fusse passato dallo schioppo, levossi in piedi e smontando nell'acqua si mise a nuotare, e i marinari nel battello vogando lo perseguitarono, e, gettatoli un laccio al collo, tirandolo verso la nave si posero a vogar indietro, perché, non avendo mai piú veduto un orso simile, si pensavano di poterlo tirar vivo in nave, e quello poi condotto in Ollanda far alle genti per un mostro vedere. Ma quegli in maniera tale esercitò le sue forze, che riputarono sua gran ventura essersi da lui liberati, contentandosi della sua pelle, percioché mandò fuori tai gridi e fece tanti sforzi che a pena si potrebbero riferire; onde lasciandolo riposar alquanto e allentando la corda con la quale era legato, lo tirarono cosí pian piano per stancarlo, e Guglielmo di Bernardo talora con un bastone lo percoteva, ma l'orso nuotando verso il coppano mise in quello una zampa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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