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      Allora disse Guglielmo: "O vuol riposare un poco"; ma altro disegnava l'orso, percioché con tal impeto si gettò sopra il batello che già era col corpo mezo dentro, onde cosí si sbigottirono che si misero a fuggir verso la prora, e quasi che si gettarono nell'acqua, disperando della loro salute. Ma furono da un maraviglioso caso liberati, imperoché la corda o laccio che gli avevano gettato al collo si intricò nelli gangheri del timone, sí che non poté passar piú avanti e cosí fu ritenuto. Or quello cosí intricato, uno de' marinari, riprendendo animo e ritornando dalla prora verso lui, con una mezza asta gli diede una spinta e fecelo ricadere nell'acqua, e cosí vogando verso la nave se lo rimurchiavano o strascinavano dietro, fin che a fatto perdette le forze: allora poi ammazzandolo lo scorticarono, e ne portarono la pelle in Amsterdam.
     
     
      Dichiarazione dell'isola di Guglielmo, dell'isola della Croce, della rocca dell'Orso, ove un orso bianco mostrò maravigliose forze e ardire, poi che, quantunque passato da banda a banda con l'arcobugio, mandò quasi in ruina il copano della nave, insieme con li marinari, se da un maraviglioso accidente non fusse stato ritenuto ed essi liberati, i quali poi lo uccisero e gli cavarono la pelle.
      Cap. III.
     
      A' 10 di luglio dalla Battaglia dell'Orso, isola di Guglielmo, fecero vela e l'istesso giorno di mattina arrivarono all'isola della Croce, alla quale con la fregata s'accostarono, ma trovarono quella molto sterile e sassosa. Quivi trovato un picciolo porto, con essa fregata vi entrarono.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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