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      Quivi trovarono certi sassolini lucidi come l'oro, che per ciò li nominarono d'oro; quivi anco è un bel seno con fondo arenoso.
      L'istesso giorno voltandosi all'ostro e caminando per due miglia verso 4° siroco ostro fra il continente e il ghiaccio, dipoi della parte di levante della punta del Ghiaccio fatto camino per sei miglia fino all'isole d'Orangia, torcendo il corso tra 'l continente e il ghiaccio, sendo l'aere tranquillo e piacevole, vi arrivarono alli 31 del detto. Ad una delle quali accostati, trovarono circa dugento mostri marini, ch'essi chiamano walruschen e Olao Magno rosmari, che si volteggiavano al sole per l'arena. Sono questi mostri o belve marine assai maggiori de' buoi, le quali vivono anco in mare, e armate d'un cuoio, come le foche o balene, o con corto pelo, con faccia leonina: per il piú abitano sopra il ghiaccio. Hanno quattro piedi, ma non hanno orecchi, e con difficultà si ammazzano, se non si pestano e frangono loro le tempie. Partoriscono uno o due figliuoli alla volta. Se per caso sono scoperte da pescatori sopra il ghiaccio con li suoi figliuoli, gettano prima quelli nell'acqua e poi, saltandovi anch'esse dentro, gli ripigliano in braccio, e cosí, or attuffandosi, or fuori dell'acqua ergendosi, se ne fuggono. Che se vogliono far resistenza, deposti giú i figliuoli, con grand'impeto e forza nuotano e assaltano le barche, come una volta, con non picciolo pericolo e spavento, provarono i nostri.
     
     
      De' rosmari, mostri marini molto gagliardi efieri, che voltano talora sossopra le barche de' pescatori, e d'un combattimento fatto da' marinari con forse dugento di cotale bestie ridotte sopra l'arena al sole; intorno alle quali guastarono e spezzarono tutte l'armi, né ve ne poterono uccidere pur una, onde risolvendosi di gir a prender l'arteglieria per conquistarle, fu loro dalla fortuna di mare vietato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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