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      Quivi anco furono trovate cinque casse o sepolture piene d'ossa di morti, che erano distese là sopra terra coperte di sassi; quivi anco trovossi rotta una nave di Russia, la sentina della quale era longa piedi 44, ma non poterono veder uomo alcuno. A questo bel porto, difeso da ogni vento, diedero nome di porto della Farina, per la farina quivi ritrovata.
      Dallo scoglio nero, nel quale era la croce, lontana due miglia verso ostro siroco era una picciola isola distesa alquanto in mare, dalla qual fecero vela verso ostro siroco per nove o dieci miglia, essendo il sole in ostro garbino, la cui altezza a' 12 d'agosto fu trovata di gradi 70, minuti 50. Da quest'isola, radendo il suo lido, navigarono per 4 miglia verso 4° levante siroco e giunsero a due altre picciole isole, delle quali la piú in fuori era lontana dal continente un miglio: questa chiamarono l'isola di Santa Chiara.
      Poi di nuovo ancora dando nel ghiaccio ritornarono in mare, accommodandosi al vento; e facendo vela fino a notte, drizzando il camino verso garbino per quattro miglia, facendo vento da maestro, verso la notte il cielo s'annubilò del tutto, e trovarono fondo per ottanta braccia. E tornando a far vela verso 4° ponente garbino e garbino per tre miglia, trovarono fondo di 70 braccia, e continuarono il corso fino alla mattina 13 d'agosto verso 4° ponente garbino per 4 miglia, avendo trovato due ore avanti fondo di 56 braccia, e la mattina 45 e fondo fangoso.
      Dipoi pigliando il corso fino a mezzogiorno verso garbino per sei miglia, trovarono fondo nero arenoso di 24 braccia, e un'ora dopo d'arena nera, braccia per 22; e passati ancora sei miglia verso l'istesso vento, d'arena rossa per 15, e per altri due miglia di 15 ancora e d'arena rossa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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