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      Il che dieci giorni dopo da' Samiuti e Russiani piú pienamente intendemmo, quando con essi avemmo ragionamento, come nelle narrazioni seguenti dimostreranno.
      Come poi fummo entrati nel continente d'Weygats, cominciammo a cercar con ogni mezo e via come potessimo trovar qualche abitazione, o qualche sorte di genti, da' quali intendessimo la via piú commoda di navigare ai luoghi vicini, e dipoi fummo avisati da' Samiuti che e in Weygats e nella Nuova Zembla vi abitavano degli uomini; nientedimeno non trovammo quivi alcuno, né edificii, né alcuna altra cosa. Onde, per trovarne qualche indicio e averne qualche informazione, andammo con alcuni de' nostri un poco piú lungi verso siroco e verso il lito del mare. Colà andando trovammo un sentiero nel palude profondo fino a mezza gamba, che tanto cacciamo giú un piede; si trovammo poi fondo saldo, ma dove era minor profondità passava poco sopra la scarpa. Come arrivammo poi al lido, s'allegramo tutti, però che ci parve di vedere certa apertura per la quale potessimo passare, perciò che quivi vedevamo poco ghiaccio, e tornando verso vespero alli nostri, riportammo ciò loro per una lieta novella. I nostri marinari anch'essi avevano mandato fuori il copanetto che si spinge a remi, per investigar se 'l mare di Tartaria era aperto, ma non poterono per il ghiaccio penetrare nel mare; e arrivati alla punta della Croce, lasciato quivi il copano, se n'andarono per terra alla punta del Contrasto, di donde videro che 'l ghiaccio, che veniva dal mar di Tartaria alla costa della Russia, nella punta d'Weygats era del tutto ammassato e stivato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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