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      Alli 8 arrivamo ad un cumulo di ghiaccio cosí grande che per la estrema grossezza non lo potemmo passare, perciò volgemmo il corso verso 4° ponente garbino per lo spazio d'un'ora, e per mez'ora verso garbino, e poi ancora per altra mez'ora verso ostro, sí per arrivar ad una isola che vedevamo, come per schifar il ghiaccio.
      9 giugno trovamo un'isola posta sotto il 74o grado e minuti 30, larga, come giudicavamo, 5 miglia.
      10 detto, tratto fuori il copano, s'inviamo otto verso l'isola, ma, passando presso la nave di Giovanni di Cornelio, entrarono altri otto uomini di quella insieme col loro governator nel nostro copano. Allora ci dimandò Guglielmo di Bernardo, nostro governator maggiore, se eravamo caminati troppo verso occidente, ma quegli non lo volse liberamente confessare, onde furono fatte molte parole dall'una parte e dall'altra, perché Guglielmo voleva mostrar il contrario di quello che era in fatto.
      Il detto, giunti in terra, trovammo molte ova di gavie. Quivi incorremmo in un gran pericolo della vita, percioché, essendo ascesi sopra un alto e scosceso monte coperto di neve, nel discendere credevamo dover venir giú a rompicollo o precipitarsi, cosí era il monte scosceso ed erto; ma ponendo giú le natiche ci lasciammo a poco a poco sdrucciolar giú per lo liscio del ghiaccio, in modo tale che anco a chi ci stava a mirare mettevamo terrore e spavento, percioché, sendo alle radici di quel monte moltissimi scogli, poco vi mancò che non venissimo in quelli a precipitare e a fiaccarsi il collo o farsi in pezzi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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