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      Quello che era morto, l'aprimmo e gli cavammo gli interiori, dipoi acconcio sopra tutti quattro i piedi lo lasciammo congelare, disegnando di portarlo in Ollanda, se potevamo liberar la nave. Acconciato in tal modo l'orso in piedi, cominciammo a fabricare un carro matto per condur li legni al luogo dove volevano fabricare. In quell'istesso tempo l'acqua salsa del mare si congelò quasi alla grossezza di due deta, percioché era freddo grande e spirava vento da greco.
      16 di settembre era sole, ma verso sera si fece nubiloso tempo, spirando greco. Allora ci mettemmo all'ordine per far il primo viaggio di condur i legni, e quel giorno conducemmo col carro matto per il ghiaccio e per la neve 4 travi quasi per un miglio. E congelossi l'acqua quella notte all'altezza di due deta.
      17 detto, andammo 13 di noi con dui carri matti a condur legni, cinque per carro deputati a tirare e tre a tenir i legni sopra i carri, per condurli piú facilmente, facendo per il piú dui viaggi al giorno, accumulando i legni in quel luogo dove s'aveva a fabricare.
      18 dell'istesso, spirando ponente e cadendo una folta neve, di nuovo andammo all'usato ufficio di condur legni. Al mezzogiorno fu bel tempo con aere tranquillo.
      19 detto fu anco buon tempo, e conducemmo dui carri di legni per sei miglia e due volte al giorno.
      20 detto facemmo ancora due volte, benché fusse nuvolo, ma era bonazza.
      21 fu aere nubiloso, ma dopo mezogiorno sereno, e ancora in mare il ghiaccio andava ondeggiando, non però cosí spesso né con tant'impeto come prima; ma era l'ora molto fredda, sí che ci convenne portar il nostro armaio a basso nel mezo della nave, percioché di sopra ogni cosa si gelava.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Ollanda