Pagina (1380/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      10 dell'istesso fu anco ameno e sereno, con splendor delle stelle. Pigliammo due volpi, a noi molto utili perché la vettovaglia s'andava forte scemando, e le pelli furono buone pel freddo che andava sempre crescendo.
      11 fu sereno, ma estremo freddo, che chi non l'ha provato nol può credere, sí che le scarpe si induravano in piedi come corni; per il che non le potemmo usar troppo, ma bisognò adoprar zoccoli e pantofole larghissime, la coperta delle quali era di pelle di pecora, e bisognava portarne tre e quattro paia alla volta caminando per fomentar i piedi.
      12 sereno e lucido, ma estremamente freddo, sí che i pareti e le lettiere erano coperte di ghiaccio grosso un deto, anzi le stesse vesti che avevamo indosso biancheggiavano di brina e ghiaccio. E benché alcuni persuadessero che di nuovo accendessimo de' carboni per scaldarci, e lasciar aperto il camino, nientedimeno non osavamo, spaventati dall'accidente passato.
      13 sereno similmente, e prendemmo una volpe, facendo di gran fatica in acconciar le trappolle, percioché, se stavamo un tantino fuori, ci venivano sopra la faccia e sopra gli orecchi dal gran freddo le broggie.
      14 giorno ameno, e il cielo pieno di lucenti stelle. Allora tolta l'altezza dell'omero destro di Orione, sendo in ponente garbino, piegando a ponente, che allora era la sua maggior altezza, secondo il nostro quadrante, ed era alto sopra l'orizonte gradi 20 e minuti 28. La sua declinazione era gradi 6 e minuti 18 dal lato boreale dell'equatore; qual declinazione tratta dall'altezza trovata, restano gradi 14, i quali detratti di 90 fanno l'altezza del polo gradi 76.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Orione