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      Poi dalla luce piú chiara cominciavamo ad accorgersi che 'l sole a noi ritornava, il qual pensiero ci apportava non poca allegrezza.
      9 di nuovo l'aere crudo ci fu molesto, però non fu cosí intenso il freddo come i giorni precedenti, ma potevamo star qualche poco fuori, ad accommodar le trappolle; nientedimeno non ci fu bisogno di ricordo al tornar dentro, percioché il freddo ci avisava a bastanza.
      10 genaro, la tramontana di nuovo ci apportò buon tempo, e sette di noi andammo ben forniti di arme alla nostra nave, alla qual giunti la ritrovammo nello stesso stato che la lasciammo l'ultima volta che là fummo. Osservammo anco molte vestigie d'orso grandi e picciole, onde appareva che ne fussero stati piú d'uno o due; e andando da basso nella nave, e battuto fuoco e accesa la candela, trovammo l'acqua accresciuta un piede d'altezza.
      11 detto, sendo sereno e spirando greco, fu un poco piú rimesso il rigor del freddo, sí che talora piú liberamente ardivamo uscire di casa e scorrere circa un quarto di miglio fino al monte, a pigliar delle pietre per scaldarle e porle ne' letti per tenirci caldi.
      12 detto, perseverando il buon tempo e spirando ponente, la sera fu molto sereno e 'l cielo di lucidissime stelle adorno; perciò prendemo l'altezza dell'occhio del Tauro, risplendente e molto ben nota stella, la quale fu alta sopra l'orizonte gradi 20, minuti 54. La sua declinazione era gradi 15, minuti 54 dal lato boreale dell'equatore, e detratta la declinazione dell'altezza trovata, rimangono gradi 14, i quali cavati di 90 rimangono gradi 76: che la misura di quella stella e di certe altre si confrontano con quella del sole, e ci mostravano che noi quivi eravamo sotto altezza di gradi 76 o poco piú.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Tauro