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      Quel giorno stesso un orso di nuovo fu veduto venir da garbino verso noi, non ne essendo mentre sté ascoso il sole apparso alcuno; ma, levato da noi il grido, non venendo piú inanti si partí.
      26 detto fu sereno il cielo, ma nell'orizonte si levò un nuvolo oscuro, il quale ci tolse il vedere il sole, sí che gli altri marinari credevano che ci fussimo ingannati e che non avessimo altrimenti veduto il sole, e ci beffavano; ma noi affirmavamo sicuramente d'averlo veduto benché non pieno il suo tondo. Verso sera il nostro ammalato era fatto molto debile, e sentiva un gran dolore per esser stato longamente discommodo; noi però quanto potevamo lo confortavamo ed esortavamo a sperare, ma poco dopo la mezanotte passò di questa vita.
      27 fu sereno. Noi presso la casa cavammo una fossa nella neve, ma era cosí intenso il freddo che non potevamo star fuori longamente, in modo che ognuno vicendevolmente cavava un poco e subito poi andava al fuoco, succedendo un altro in suo luogo, fin che fu 7 piedi profonda per sepellir il morto; dipoi fatta come una predica funebre, leggendo e cantando Salmi gli facemmo il funerale e lo sepelimmo, e poi tornati in casa desinammo. Tra tanto ragionando della folta neve che ogni giorno cadeva, e che, se di nuovo la casa si serrava dalla neve, in un bisogno non potremmo uscir per il camino, il nostro nocchiero volse provare se di là poteva passare: perciò corré subito uno de' nostri marinari fuori della casa, a veder se il nocchiero usciva dal camino. Quegli arrivando sopra la neve vide il sole e ci chiamò tutti: noi, subito usciti, vedemmo tutti il sole col suo pieno tondo poco sopra l'orizonte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Salmi