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      10 d'agosto, continuando l'istesso vento con nebbia e oscurità, ci bisognò quivi ancora stare, ma con qual animo lo può considerare ognuno.
      11 detto la mattina fu buon aere e quieto, e, sendo il sole circa greco, il nocchiero ci mandò ad avvertire che ci dovessimo metter ad ordine per navigare, ma però eravamo preparati e già navigammo verso lui; e io, essendo debile grandemente, non potendo vogar troppo a longo la barca, che era molto piú grave del battello, fui tolto nel battello e posto a governar il timone, succedendo in mio luogo un altro piú gagliardo. Sí che poi navigavamo insieme, e cosí si andò a remi fino a mezzogiorno, e avendo allora trovato buon vento, posti i remi da parte, si fece vela con assai felice corso; ma verso sera, soffiando troppo gagliardo il vento, fu forza calar le vele e co' remi andar verso il continente e approssimar la barca al lido, ove andati a cercar acque corrente, non ne fu trovata alcuna. E non potendo gir piú oltre, accommodammo le vele a guisa di padiglione per ricoverarsi sotto, percioché faceva una gran pioggia, e su la mezanotte grandissimi tuoni e lampi con pioggia assai maggiore: il che molto attristava i nostri marinari, vedendo che non giungeva mai il fine, anzi andavamo sempre di male in peggio.
     
     
      Come arrivammo ad una nave russiana e come ci diede della vettovaglia, come farina, lardo, butiro e mele, e ci insegnarono il viaggio verso Candinas, credendo noi averlo passato, e anco il mar Bianco.
      Cap. XXIII.
     
      12 agosto, sendo l'aere chiaro, vedemmo verso l'oriente una nave russiana andar a piene vele, onde grandemente ci rallegrammo ed esortammo il nocchiero a navigar verso quella, per parlar con quelli che v'erano sopra e comprar qualche poco di vettovaglia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Candinas Bianco