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      Perciò quanto piú potemmo gettammo il battello in mare e facemmo vela verso la nave, alla qual giunti, il nostro nocchiero montò in essa e dimandò quanto eravamo lontani da Candinas; ma, non intendendo la loro lingua, non potemmo sapere ciò che ci rispondessero, benché porgessero fuori cinque deta della mano, ma dipoi ci immaginammo che ci volessero mostrare che in quella vi erano cinque croci fisse. Tolsero fuori anco la loro bussola da navigare, con la quale ci mostrarono che ella era lontana da noi verso maestro, il che ci mostrava anco la nostra, e anco noi avevamo fatto quel conto. Ma non potendo intender altro dal loro parlare, il nocchiero, additando loro un barile di pesci salati che avevano nella nave e mostrando una moneta d'argento che valeva otto reali, con cenni li ricercò se l'avrebbero venduto; il che intendendo, essi ci diedero cento e due pesci con alquante picciole fette di polenta, mentre cuocevano li pesci. Tolti questi pesci, intorno a mezogiorno ci partimmo da loro allegri d'aver trovato un poco di vettovaglia, percioché già molto tempo non avevamo avuto altro che quattro sole oncie di biscotto al giorno e un poco di acqua per il nostro vivere. Quei pesci furono divisi egualmente tra tutti, sí che tanto n'ebbe il minore quanto il maggiore. Partendosi dalla nave con vento dall'ostro e da quarto siroco ostro, seguitammo il corso verso quarto ponente maestro, e circa il sole in ponente garbino si levò di nuovo un gran tuono con pioggia, ma durò molto poco, sí che poco dopo tornò buon tempo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Candinas