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      Intanto, mentre stammo in questo ragionamento, e alcuni ancora non si potevano dare ad intendere che questo fusse il nostro figliuol di Cornelio, ecco venir a remi un battello russiano, nel quale era Giano figliuol di Cornelio insieme col nostro compagno che fu mandato col Lappone: e smontati nel continente, ed essi e noi fummo colmati d'infinita allegrezza, come se ci avessimo veduto l'una parte e l'altra liberate da morte, perché ed egli noi e noi lui ci tenemmo che già gran tempo morti. Portocci un vaso di cervosa, vino, aceto, pane, carne, lardo di porco, pesce salmon, zucchero e molte altre cose che molto ci giovarono e restaurarono, e godemmo estremamente di cosí insperata e scambievole salute e ricongiunzione, rendendo a Dio infinite grazie della sua gran misericordia.
      31, durando l'istesso tempo spirava vento da levante, ma verso sera cominciò a far vento da terra, e perciò ci preparammo a partirci verso Cola, ringraziando prima infinitamente i Russiani che ci avevano cosí benignamente ricevuto, e con un presente rimunerandoli. La notte, sendo il sole circa tramontana, con colmo d'acqua di là si partimmo.
     
      Settembre 1597.
     
      Il primo di settembre, la mattina, sendo il sole circa levante, arrivammo al lato sinistro di quel fiume che bagna Cola, dipoi facemmo in esso vela e adoprammo anco i remi fino che cessasse il crescente; poi, gettato il sasso che ci serviva in vece d'ancora, ci fermammo presso una certa punta finché tornava il flusso del mare. Dipoi circa il mezzogiorno col crescente dell'acqua facemmo vela e co' remi spingemmo il battello, quasi fino a mezanotte; poi, di nuovo calata la nostra ancora di pietre, ci fermammo fino all'alba del seguente giorno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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