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      2 settembre, la mattina dammo di mano a' remi andando a contrario del fiume, e vedendo certi arbori verdi nella ripa del fiume ci sentimo empir d'allegrezza, come se fussimo entrati in qualche nuovo mondo, percioché per tutto quel tempo che eravamo stati lontani non avevamo mai veduto arbore alcuno. Ma arrivando intorno un certo luogo dove si fa il sale, circa tre miglia di sotto di Cola, fermandoci quivi alquanto ripigliammo animo e poi caminammo oltre; e sendo il sole circa maestro tramontana, arrivammo alla nave di Giano figliuol di Cornelio, sopra la qual montando bevemmo un tratto. Quivi di nuovo fu pigliato un poco di ricreazione da quelli che erano venuti col battello e da quelli che avevano navigato con Giano di Cornelio, dopoi caminando inanzi giungemmo la sera a Cola: alcuni andarono nella città, e alcuni si fermarono nelli battelli a far la guarda a quello che vi era dentro, a' quali fu mandato da mangiare alcune cose fatte di latte e altro. E grandemente si rallegravano e ringraziavano Dio, che per sua bontà e misericordia gli avesse liberati di tanti pericoli e difficultà e quivi condotti, percioché allora ci pareva d'esser in luogo assai sicuro, benché una volta appresso noi fusse cosí sconosciuto che quasi si stimava che fusse fuori del mondo: ma allora ci pareva veramente d'esser a casa.
      3 del detto portammo ogni cosa in terra, e quivi respirammo al fine da tante fatiche e difficultà passate nel viaggio, dalla fame e miserie sofferte, per ricuperare la sanità e le forze perdute.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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