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      Allora quando i Portoghesi nel 1640. scossero sotto Filippo IV. il giogo Spagnuolo, e posero su quel trono Giovanni IV. di Braganza, quel Principe conoscendo i danni, che alla Corona Portoghese cagionato avea l'eccessivo rigore del Santo Ufizio, e gli abusi, che ne provengono dal segreto inviolabile, che si osserva nel medesimo, intenzione avea di sopprimerlo. Ma non essendo ben stabilito sul trono, e trovandosi in aperta guerra con la Spagna, che lo giudicava un usurpatore e un ribelle, non credè proprio inimicarsi i Domenicani, che erano potentissimi nel Regno. Avvedendosi però, che di tutte le confiscazioni, che si faceano dall'Inquisizione non ne proveniva al suo Regio erario, che una piccola porzione, ordinò, che in avvenire non fossero confiscati in veruna maniera i beni di coloro, che venivano carcerati e condannati.
      A sì improvvisa dichiarazione si messero all'arme terribilmente gl'Inquisitori, che si trovavano privi a un tratto de' migliori emolumenti de' loro impieghi. Posero dunque in opra ogni più ardito mezzo per far ristabilir le cose nel primiero stato, e tanto si adoprarono, che finalmente messero fuori un Breve di Innocenzo X., ottenuto dicesi per mezzo di D. Olimpia Maidalchina, che maneggiava a suo modo lo spirito di quel debol Pontefice dilei Cognato. In vigore di questo S.S. ordinava che si facessero le confiscazioni, come in addietro con la comminazione della scomunica contro tutti quelli, che si opponessero all'esecuzione del Breve suddetto vero o falso che fosse.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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