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      molto ne' suoi costituti. Nel dì 21 Settembre 1567. fu letta pubblicamente in S. Maria della Minerva la sua sentenza che lo dichiarava reo convinto di 34. opinioni condannate, e privato di tutti gli onori, dignità, benefizj; di poi col Sambenito indosso dipinto con fiamme e diavoli fu degradato. Un Cappuccino Pistoiese fu incaricato d'esortarlo a pentirsi con speranza della vita, ma egli sprezzator della morte godeva di disputare e non di pentirsi, onde consegnato al braccio Secolare fu nel dì 3. Ottobre decapitato e bruciato, conservando fino agli estremi il suo fanatismo(57).
      La facilità di Cosimo verso la Corte di Roma aumentò l'ansietà negl'Inquisitori Toscani di far maggior intraprese sotto Francesco I. suo figlio e successore. I più rumorosi attentati non si eseguivano mai in Firenze, ove stante la residenza della Corte si procurava di collocare un Inquisitore fornito della necessaria prudenza e cautela. Ma a Siena, ed a Pisa si credeano essi permessa qualunque autorità, stando in perpetua contesa con i Ministri del Principe, la di cui giurisdizione direttamente attaccavano. Reclamava il Duca presso Gregorio XIII., che per contentarlo in qualche maniera, revocava l'Inquisitore inviandone un altro ugualmente indiscreto e altero, e forse munito dell'istesse istruzioni. In Spagna, come si è veduto, uno de' mezzi per propagare la potestà del S. Ufizio era stato quello di ascrivere al medesimo una quantità considerabile per ogni dove di famigliari e satelliti dell'uno e dell'altro sesso, che faceano giuramento di assistere e favorire contro gli eretici e loro fautori l'Inquisizione e suoi Ministri, contentandosi per ricompensa di ottenere delle Indulgenze Plenarie, e delle facili esecuzioni.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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