Pagina (122/156)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Con tale espediente indi suo fratello l'avvisò, che gli sarebbero fatti pervenire alcuni ordigni per tentare la fuga, e salvarsi, e quantunque gli rispondesse il carcerato, che voleva perdere la vita sotto i rigori della carcere piuttosto che la sua innocenza con intraprendere la fuga, attaccò una notte alla cordicella una grossa fune con molti nodi, e un piccolo pugnale, scrivendogli, che tentasse in qualche maniera di salvarsi, poichè si vedeva dall'irregolare dilazione delle sue difese, che si voleva ad ogni patto il suo sacrifizio. Si trovò sorpreso il Crudeli vedendo la fune, e il pugnale appeso al cordone che aveva calato per ricevere il biglietto del fratello, e la solita cioccolata, che per tal via gli mandava ogni sabato per cibarsi di essa, giacchè temeva nascosto il veleno nelle vivande, ne sapendo a qual partito appigliarsi, cacciò il pugnale sotto la panchetta del letto, e ridottolo in tre pezzi lo gettò sopra la finestra della sua prigione. La mattina seguente avendo il Padre Inquisitore, non si sa per qual via penetrato, che erano state somministrate all'Inquisito le cose suddette, gli fece la perquisizione nella carcere, nella quale gli furono trovati i detti ordigni, e furono successivamente scritti per tre sabati da alcuno de' vigilanti Padri del S. Ufizio tre biglietti al fratello del carcerato calandogli nella forma suddetta con avere contraffatta la mano del Crudeli, i quali non tendevano ad altro che a scoprire il modo col quale supponevano i Padri, che fosse da esso meditata la fuga, il luogo dove esso avesse pensato di portarsi, e le persone che gl'averebbero prestato aiuto, ma siccome non era ciò, che un ridicolo pensiero venuto in capo a suo fratello, che a dir vero non era l'Uomo più avveduto del mondo e che gli aveva mandati i detti arnesi, perchè riuscendoli se ne servisse in fuggire, senza aver considerato più oltre, così credendo di continovare col carcerato il carteggio, rispose sempre in modo, che non poterono ricavarne i Padri se non una difesa per il preteso reo ma l'Inquisitore non si degnò di mai contestare, o di fare alcun conto de' biglietti scritti dal fratello in risposta al carcerato, da quali si ricavava chiaramente la di lui costante intenzione di non uscire dalle prigioni del S. Ufizio, se non per la via ordinaria, e dichiarato innocente, come sapeva d'essere, qual sua intenzione aveva altre volte manifestata, ed in specie un giorno, in cui casualmente il Custode delle carceri aveva lasciato aperto l'uscio della sua prigione, che perciò fu da lui richiamato, ed avvisato a ferrarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





Crudeli Padre Inquisitore Inquisito Padri S. Ufizio Crudeli Padri Uomo Padri Inquisitore S. Ufizio Custode