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      ....... per quanto gli fu permesso, e per quanto comportavano le circostanze d'un affare di questa importanza, e con buone e dolci parole l'accompagnò alla di lui casa, ove lo lasciò con dirgli, che stesse pure di buon animo, che si pigliava esso la cura di terminare la cosa senza che glie ne avvenisse il minimo sinistro accidente, quindi esposto il seguito ad alcuni savi, ed onorati amici, a quali domandò il loro consiglio fu dopo matura reflessione risoluto di dire al....... che colla Sacramental Confessione s'accusasse di ciò che aveva fatto, e sentisse quello, che gli ordinasse il suo confessore. In fatti egli seguì il datogli consiglio, e scelse per far questa sua Confessione il Padre Niccolò da Scansano Religioso di S. Paolino e Lettore nell'Università di Pisa, il quale ascoltata la sua confessione l'obbligò a ritrattarsi di tutto ciò, che falsamente aveva asserito al Tribunale della S. Inquisizione. Non sfuggì d'adempiere a quest'atto di giustizia il ..... ma siccome era stato altra volta minacciato dall'Inquisitore, che se non avesse ratificato tutto quello che aveva deposto nella sua denunzia, non sarebbe uscito dalle stanze del S. Ufizio, così intimorito per tal' ragione non volle ritornare al Tribunale, onde fu risoluto di fargli fare una disdetta in scritto, come in fatti egli fece. Non fu creduto a proposito di far cadere nelle mani de Ministri dell'Inquisizione questa disdetta per timore, che ò non fosse alterata in cose essenziali come erano stati alterati i deposti de Testimoni, ò non fusse posta in atti, e così tenuta celata al carcerato, e al difensore, perciò fu creduto di doverla consegnare à Monsignore Archinto Nunzio Pontificio in Toscana, come fu fatto il quale immediatamente la trasmesse a Roma alla Sacra Congregazione; in tanto si seguitavano gl'atti della difesa per il Crudeli con quella lentezza, che era creduta necessaria da Padri del S. Ufizio per tentare se fosse stato possibile, che fosse escito di vita prima di venirne alla fine, giacchè non furono solamente contenti di procurare di levare per sempre la reputazione, e la libertà all'infelice carcerato con usare contro il medesimo tutte l'indicate irregolarità, e i più fieri rigori d'una barbara prigionia, col tenerlo sempre racchiuso in un'angusta carcere, sebbene falsamente spacciassero d'estrarlo ogni sera per riguardo alle di lui indisposizioni.


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Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana
di Modesto Rastrelli
pagine 156

   





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