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      Nessuna meraviglia se quella «sete natural che mai non sazia» s’è fatta più che mai viva a’ dì nostri, e le pubblicazioni geografiche aumentano e si diffondono a dismisura. Tutti i più diversi senti-menti umani vi trovano alimento: l’alta scienza al pari della più volgare curiosità, il sentimento dell’umana solidarietà e l’egoismo più gretto, la fede più pura e lo spirito d’avventura, il culto dei più ideali interessi e la prosecuzione più accanita del benessere e della ricchezza. I periodici di geografia non bastano più, e la scienza trova posto e si diffonde negli altri; le pubblicazioni spesseggiano, le società geografiche aumentano di numero, di potenza, i governi aiutano, e tutti leggono avidamente il racconto delle nuove scoperte, mentre l’educazione geografica si diffonde sino alle più umili scuole. Al conosci te stesso dell’antica civiltà, la moderna ha aggiunto un altro precetto: conosci la Terra,
      T’avanza t’avanzaDivino straniero
      Conosci la stanzaChe i fati ti diero...
     
      Noi allunghiamo la breve giornata della vita popolandola di immagini feconde, ed ingrandiamo questo nostro pulviscolo cosmico popolandolo di infiniti problemi. Ma sono appena quattro secoli che era affatto ignota la metà del nostro stesso emisfero, e tutto quello d’America. Appena trenta secoli sono passati dalla manifestazione delle prime idee sul sistema del mondo, sebbene esistessero assai prima grandi e potenti nazioni. È vero che i selvaggi ed i barbari, mossi dall’istinto irrequieto, sfidarono sempre lo spazio; ancora a’ dì nostri, i Beduini pastori del deserto, gli Indiani cacciatori dell’America, i Malesi navigatori e pirati, e gli Eschimesi, che tracciano col carbone, sulle scorze di betulla, i passi da seguire tra i ghiacci, percorrono vaste regioni, ma non hanno la più lieve idea geografica.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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