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      Lo studio della geografia, imparandoci la verità sulla natura e sull’ordinamento di ciascun paese, sui bisogni, gli interessi, le aspirazioni di tutti i popoli, è la chiave di vôlta d’ogni buon sistema politico.
      I progressi della paleontologia, le pazienti indagini della geologia hanno domato il nostro orgoglio. Per quanto il crederlo ci riesca difficile e quasi ripugnante, la storia della terra è infinitamente più antica della storia dell’uomo. Noi siamo di jeri; ed anche i più antichi avvenimenti istoriati sui monoliti del Messico e dell’Egitto, o ricordati nei libri della Cina e nelle tradizioni classiche sono assai recenti a paragone delle rivoluzioni telluriche. Imperocchè non solo la terra errò deserta negli spazî deserti, massa vaporosa e incandescente, per tre o quattrocento milioni di anni; ma anche nelle centinaia di secoli durante i quali si forma il terreno carbonifero, e nei successivi periodi geologici, quando la terra si andò popolando, l’uomo venne ultimo, ed era allora circondato da una così esuberante natura, fra così numerose e terribili forme animali, e tanto privo di mezzi, nudo ed inerme, da non avventurarsi oltre le chiuse caverne, o fuor delle palafitte erette a più facile difesa sulle rive dei laghi. Così molti secoli passarono ancor prima che egli osasse spingere lo sguardo oltre i prossimi confini, penetrare le foreste della montagna, affidarsi sul cavo tronco alle acque, uscire dal luogo dove lo imprigionavano le più umili ed inesorabili necessità della vita.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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