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      Gli uomini non hanno fatto di Prometeo un semidio perchè tolse il fulmine a Giove, ma per ciò che del fuoco celeste insegnò alla sua stirpe a servirsi per gli usi della vita.
      D’altra parte va scemando il numero di coloro che credono inutili ed anzi nocivi per le applicazioni pratiche gli studî scientifici, dichiarando ch’essi non danno sufficiente compenso ai loro cultori. Se pochi sono in grado di ripetere col Thiery, che v’ha qualche cosa di più prezioso dei godimenti materiali, degli averi, della salute stessa, ed è il sacrificio di tutta una vita per la scienza, molti apprezzano i conforti ch’essa può dare, il vasto campo che schiude, le pure glorie che dispensa. S’aggiunge, che mentre le applicazioni, si chiamino Suez o Gottardo, telegrafo o sulfuro di carbonio, tavole lunari o vaccinazione, ci riempiono di nobile orgoglio, la scienza pura, quella del cosmo sovratutte, c’impone quella grande modestia che conduce al successo. Tutti noi possiamo ripetere con Laplace morente: «poco è ciò che sappiamo, ciò che ignoriamo non ha misura.» Ci avviene come ai cavalieri della selva incantata: quando credevano di uscirne, la selva appariva sempre più ampia ed oscura. Chi pensi alla cupola di rame alla quale gli antichi cosmografi credevano appese le sfere di cristallo che contenevano gli astri giranti intorno alla terra, comprenderà come doveva essere soddisfatta la modesta curiosità degli antichi, mentre la nostra mente si perde quando pensa che il sole è grande più di un milione di volte la nostra terra, e vi sono 75 milioni di sistemi simili al sistema solare, nè possiamo sapere quanti milioni e forse miliardi di soli già spenti popolino lo spazio o si sottraggano, per la soverchia distanza, alle nostre indagini.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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