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      Così i Carpazî, i Balkani, e tutte le catene avanzate del sistema alpino formavano come un immenso scudo dell’Europa occidentale largo quasi 1.000 chilometri; le popolazioni nomadi e conquistatrici, che venivano ad urtarsi contro questo ostacolo si mettevano a pericolo di rompervi le loro forze. Abituate alle steppe, agli orizzonti illimitati delle rase campagne, non osavano superare quei selvaggi dirupi. Era loro giocoforza, adunque, girare verso il nord per guadagnare le grandi pianure germaniche dove le successive migrazioni potevano a loro bell’agio diffondersi. Quegli invasori che spinti dal furor cieco delle conquiste, si arrischiavano ad ogni costo nelle strette delle montagne, si trovavano presi come in una trappola, in quel labirinto di valli. Indi questa moltitudine di popoli e di frammenti di popoli e quel formicolìo di razze che lasciò fino a dì nostri nelle terre danubiane così caotica confusione. Come nei risucchi d’un fiume dove si depongono tutte le materie recate dalla corrente, così i naufragi etnici di tutto l’Oriente sono venuti ad accumularsi in disordine in quell’angolo del continente.
      A sud della grande barriera di montagne, il movimento dei popoli fra l’Europa e l’Asia non poteva seguire che per mare. Soltanto le genti abbastanza avanzate in civiltà per essere in grado di costruirsi bastimenti avevano spianata davanti la via. Pirati, mercanti o guerrieri, s’erano tutti da lungo tempo elevati al disopra della primitiva barbarie, ed anzi, nei loro viaggi di conquista, recavano sempre secoloro qualche aumento alle cognizioni umane.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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