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      Nel Vallese, esistono numerosi comuni che hanno ognuno tre villaggi, a vicenda abitati o deserti.
      Sarebbe ben difficile tracciare i limiti di vegetazione delle diverse piante, tanti essendo i contrasti che producono l’industria umana e le varietà di terreni, d’esposizioni, di climi locali. Anche a Juf, ben al disopra della zona media delle foreste, il lavoro accanito dei montanari riesce a far nascere dal suolo qualche legume. Sul versante meridionale delle Alpi, e nelle alte valli dei Grigioni ripa-rate dai venti del nord, la vegetazione raggiunge altezze ben maggiori che sulle montagne della Svizzera tedesca. Così, la vite cresce a sud del Monte Rosa fino a 900 metri, mentre nel cantone di San Gallo non se ne vede più traccia al disopra dei 520 metri. Così pure, il limite superiore dei cereali è, nel nord della Svizzera, a 1,100 metri circa, mentre nei Grigioni campi di segala sono ancora produttivi a 1,800 metri, e sul Monte Rosa a quasi 2,000 metri. Non tenendo conto di questi casi eccezionali, si può dire che le coltivazioni s’arrestano a 1,200 metri. Quasi una metà della Svizzera si trova quindi al disopra della zona agricola; ma non bisogna credere che i pendii situati al disotto siano tutti coltivabili: foreste, laghi e rupi occupano la più gran parte del territorio; i campi propriamente detti non ne coprono che un settimo circa, e vanno ancora diminuendo, surrogati dalle praterie. Dopo la Norvegia, è la Svizzera il paese d’Europa in cui l’agricoltura ha minor posto. I suoi abitanti debbono allo straniero quasi la metà del pane che mangiano ogni anno.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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