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      Un tempo, ne fanno fede i tronchi d’alberi seppelliti nelle torbiere, v’erano foreste che ricoprivano i pendii della Val Piora e del Lucomagno, là dove non si trovano oggi che pascoli. Il limite supremo della vegetazione forestale giungeva almeno a 2,200 metri, mentre a’ nostri giorni trovasi 400 metri più basso.(73)
      Come le foreste di diverse essenze, così le piante erbacee differenti per l’aspetto e la flora si succedono lungo i pendii. Nel basso sono le ricche praterie fertilizzate dai concimi, che forniscono abbondanti raccolte di fieno; poi mano mano che si sale ai valloni e verso le cime, i prati sono sempre meno forniti di erbe alte, e le piante della zona polare occupano sempre più il posto delle specie dell’Europa temperata. Nella primavera, le mandre di vacche la-sciano le stalle in cui hanno passato il lungo inverno, e guidata dalla vacca più anziana, che cammina con fierezza, coronata di fiori e scotendo la sua campanella di richiamo, la carovana monta verso i pascoli (alpi). Dapprima s’arresta ai pascoli inferiori, aspettando che gli alti pendii si sbarrazzino della neve che li copre, poi raggiunge le alte Alpi, ove cresce quell’erba squisita e di buon odore che si trasforma in un latte delizioso. Ogni prato è utilizzato; dove non possono ascendere le vacche, salgono le pecore e le capre; dove i montoni non possono arrampicarsi soli, il montanaro li porta sul proprio dorso. Vi sono pascoli circondati da tutte le parti di nevi e di ghiacci; un semplice piede in fallo precipita gli animali nell’abisso.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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