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      Le due zone del nord e del sud sono occupate quasi esclusivamente da Slavi; ma fra esse si estende la grande zona centrale che si sono spartita i Tedeschi, i Magiari ed i Rumani. Una fascia, la cui larghezza media è di 200 a 300 chilometri, separa gli Slavi settentrionali dagli Slavi del sud o «Jugo-Slavi», e questo spazio intermedio è precisamente il più importante di tutta l’Austria, perchè vi scorre il Danubio e passa incessantemente la grande corrente degli uomini e delle merci. Per incontrarsi, Ruteni e Croati avrebbero da attraversare un mondo tutto diverso dal loro; così essi si conoscono appena, e non s’era parlato mai fino agli ultimi tempi d’un’azione comune: la stessa massa popolare è lontana dal pensarci. Del resto, in ognuna delle due zone slave, le diverse nazioni limitrofe sono pure ben lontane dal potersi presentare con l’unità necessaria di fronte ai Tedeschi ed ai Magiari. Tre popoli che parlano lingue distinte, benchè di ceppo comune, diversi per costumi, storia, tradizioni, si dividono la zona slava settentrionale: sono gli Czechi, uniti ai Moravi ed agli Slovacchi, i Polacchi ed i Ruteni. Questi due ultimi gruppi sono particolarmente discordi, e coi loro dissensi ritardano l’assorgere della loro razza ad eguaglianza politica. Gli Slavi della zona meridionale, vale a dire gli Sloveni della Carniola e della Stiria, i Serbi, i Croati, gli abitanti della Dalmazia, hanno tra loro più affinità naturali e maggior coesione; ma occupano una superficie molto minore, il loro territorio è bizzarramente tagliato in due striscie strette, l’una nelle vicinanze e sulle rive dell’Adriatico, l’altra fra la Sava e il Danubio; finalmente riesce loro difficile collegarsi ai popoli vicini, ai fratelli di razza della Turchia, in parte per causa della differenza di religione, imperocchè più del terzo della popolazione della Bosnia è di religione musulmana, ma sopratutto per causa della diversità dei destini politici.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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