Vero è che nei periodi di lotte e d’invasioni i mercati intermediari del commercio coll’Oriente risalivano più a monte, verso Enns, Passau, sopratutto verso Regensburg o Ratisbona; ma al ritorno della pace il traffico discendeva di nuovo a Vienna. I pericoli che la città ebbe a correre per parte dei Turchi minacciarono spesso di farle perdere questi vantaggi, ma aumentarono la sua gloria nel mondo occidentale. Vienna fu per questo quasi una città sacra. Era il campo principale della cristianità contro i musulmani; i due assedii che sostenne, e da’ quali uscì vittoriosa grazie ai soccorsi di Carlo Quinto, e poi di Sobieski, nel 1529 e nel 1683, sono fra i più grandi avvenimenti della storia d’Europa.
      Dacchè gli Ungheresi, i Valacchi e i Turchi fanno parte di ciò che si convenne di chiamare il concerto europeo, Vienna, che non è più una delle città di confine dell’Europa civile, ha conseguito il vantaggio ben più prezioso d’esserne divenuta una città centrale. Le vie di comunicazione che si dipartono da quella città come i raggi d’una immensa ruota, la rendono uno dei grandi punti di ritrovo, uno dei principali depositi commerciali. Inoltre il Danubio, che è la via naturale degli scambi, quantunque la sua importanza, già diminuita per effetto di tariffe doganali, lo sia ora anche più per la concorrenza delle ferrovie, le arreca ogni anno circa ventimila navi, cariche di più che mezzo milione di tonnellate di derrate di gran peso rapporto al valore, e di merci.(62) Eppure Vienna, benchè popolata da più d’un milione d’abitanti, non è per così dire che all’aurora de’ suoi destini.