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      La repubblica illirica di Ragusa, visse quasi sempre di una vita inquieta, agitata, diffidente. Le porte della città si aprivano solamente durante qualche ora del giorno, e per paura che il principale magistrato si lasciasse trascinare dall’amor del potere e meditasse tradimenti, avevano cura di surrogarlo ogni mese. Oggidì i due Stati della Cislaitania e della Translaitania si disputano il territorio dalmato. I Magiari lo reclamano come appartenente alla corona di San Stefano; gli Austriaci preferiscono di amministrarlo a nome degli Asburgo ed infatti prevalsero, grazie ai metodi onnipotenti della burocrazia viennese, grazie eziandio alla prudenza degli uomini di Stato ungherese, che temono d’accrescere l’elemento slavo nei loro dominî.
      Questo paese così disputato, è in proporzione il più povero dell’impero; nonostante la sua estensione, il gran numero de’ suoi porti, la dolcezza del suo clima meridionale, ad eguale superficie, è il meno popolato di tutti i paesi dell’Austria-Ungheria, fuori delle grandi Alpi. Però il litorale istriano e il territorio di Gorizia, che si trovano nel bacino dell’Isonzo, sono regioni popolose; i loro abitanti si affollano sulle rive del mare e nelle campagne dominate dagli erti poggi del Carso.(74)
      A sud del Terglù o Tricorno, il limite di tre razze, la base sgretolata alle sue falde, che sostiene la catena alpina continua verso il sud e il sud-est per congiungersi collo Scardo e colle altre montagne della penisola tracio-ellenica; ma nell’Istria questo piedestallo, tagliato a larghi poggi con regolari contorni, non serve più di base che a rocce, a catene di colline e a qualche montagna isolata, quali il Nanos, o Monte-Re, così chiamato, dicesi, perchè Alboino, re dei Longobardi, vi conficcò la sua spada in segno di conquista nel 568.(75) Questo poggio che porta ancora il suo antico nome celtico di Carso o Carsia, o Paese delle pietre (croato Kras, tedesco Karst), separa completamente la stretta cornice di fertili valli rivolte verso il mare e le campagne irrigate dalla Sava e dai suoi affluenti; una sola gola permette di comunicare fra un versante e l’altro, ed è il Nauportus di Strabone o gola d’Oberlaibach, dove vanno a far capo le vie di Gorizia, di Trieste, di Fiume, verso la Germania, per Laibach o Lubiana.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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