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      È notevole come la flora del Carso, benchè povera di individui, sia ricchissima pel numero delle sue specie; mentre sul litorale anche i rappresentanti di una sola specie occupano da soli vaste estensioni, non è difficile rinvenire sul Carso cinquanta o sessanta piante diverse, pur non trovandosi che uno o due esemplari sopra uno spazio di dieci metri quadrati. È il risultato dell’incrocio dei climi e per conseguenza delle flore della Germania, dell’Italia e della Croazia.(78)Durante questo secolo quasi tutte le foreste sono state distrutte, abbruciate dai pastori, e il dente delle capre non ha loro per-messo di rinascere. Ora in molti luoghi, il Carso si mostra nella sua spaventevole nudità e si chiede se il lavoro del suo rimboschimento sarà possibile. Parecchi tentativi fatti negli ultimi anni sono rimasti infruttuosi, gli uni a cagione della mancanza assoluta di terra vegetale, che il vento aveva portata via, gli altri, in maggior numero, a cagione dell’incuria dei contadini ai quali era stata confidata l’opera di ristorazione. Del resto, alcune piantagioni fatte dal botanico Muzio Tommasini e da altre persone perseveranti sono riescite perfettamente. Sopra una delle parti più rocciose del Carso di Trieste, presso il villaggio di Bassovizza, il quale è situato sulla medesima cresta in capo alla quale trovasi la grande città marittima, si scorgono foreste di giovani pini in pieno vigore, non meno belle in proporzione dei vecchi querceti di Lipizza, situati ivi presso, in una tenuta imperiale, dove si allevano i cavalli.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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