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      La direzione della bora è quasi sempre dal nord-est al sud-ovest, ma varia secondo i paraggi e secondo le curve che le valli presentano alla massa dell’aria trasportata; i marinai lo sanno perfettamente. Le scosse atmosferiche, il colore violetto spesso quasi rosso dalle acque rivelano loro la bora, da qualunque punto dell’orizzonte si propaghi fra l’est e il nord-ovest. Il contrasto che presentano le due rive parallele di tutte le isole del litorale dalmato dà una prova manifesta della violenza di questi venti boreali; la costa rivolta verso il continente è ricca di porti sicuri e di baie abbondanti di pesci, ma i marinai non ne approfittano affatto; i villaggi sono rari su quelle coste, e la coltivazione non si trova che in poche località, protette da qualche promontorio. La bora rende quelle parti delle isole quasi inabitabili; spesso anzi vi uccide le piante ad eccezione del tamarindo, coprendole di schiuma salina. Questa influenza malefica si estende fino a sette chilometri dal litorale; allorchè il vento soffia con forza di primavera, quando la linfa sale nelle piante, abbrucia tutti i campi. Si è constatato che sulle rive orientali dell’isola di Pago il raccolto dei vini manca ogni tre o quattro anni mentre per l’addietro falliva solamente ogni dieci o dodici anni, la violenza della bora pare quindi aumentata durante il secolo.(107) Sulla riva occidentale invece si trovano i luoghi coltivati, le città e i porti frequentati; tutta la popolazione si è trasportata sul litorale esposto al mezzogiorno.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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