Attorno a Trieste sorgono fra giardini ed orti amene villeggiature, ma il circuito di verzura che è circondato dalla muraglia del Carso è poco esteso: al nord della città gli scoscendimenti dell’altipiano discendono fino al mare formando di tratto in tratto piccoli promontori, e lasciano poco spazio alla coltivazione. Al di là del promontorio, sul quale è situato il bel palazzo di Miramare, co’ suoi graziosi boschetti e le sue pinete, la costa è quasi disabitata; ivi parrebbe di essere ben distanti da una grande città, se non si scorgessero sul mare numerosi bastimenti, che solcano il porto, battelli a vapore, navi a tre alberi, brigantini, barche colle vele dipinte. Bisogna oltrepassare le bocche del Timavo per trovare sulle rive dell’Isonzo terreni fertili, campagne popolate, villaggi e città. La città principale di quella regione, Gorizia (in tedesco Görz) nella quale morì Carlo X nel 1836, è un luogo di villeggiatura pei Triestini, e nello stesso tempo un quartiere d’inverno per gli Austriaci del versante settentrionale delle Alpi. Situata poco lungi dall’Isonzo, nel punto più riparato del golfo terrestre che le acque di erosione hanno scavato nello spessore dell’altipiano, Gorizia gode di un clima molto più costante di Trieste; la bora non è così violenta come sulle rive dell’Adriatico: la verzura è più rigogliosa, e tutti i dintorni sono sparsi di siti graziosi e pittoreschi. Questa Nizza austriaca è, come quella della Francia, una città di fiori e di frutta; essa manda le sue primizie, le sue uve a Vienna; le sue ciliegie vanno fino a Varsavia;(126) Gorizia e Gradisca, situate sui declivî della riva dell’Isonzo, danno il loro nome a un principato che è tuttora distinto dagli altri nella provincia del Litorale.