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      Al contrario dei fiumi che serpeggiano nelle pianure, quelli dei monti bosniaci cambiano successivamente di valle con brusche svolte ad angoli retti: ora tranquille, ora impetuose, si abbassano grado a grado fino a che si perdono nella Sava che le riceve nel suo vasto letto. Un solo fiume la Narenta, la Naretva degli Slavi, il cui corso a improvvisi cambiamenti rassomiglia molto a quello del Doubs francese, trova una serie propizia di gole che gli permettono di piegare all’ovest verso l’Adriatico. Tutti gli altri torrenti, seguendo l’inclinazione generale del suolo, discendono verso il Danubio. Le loro valli a curve improvvise dovrebbero servire di via naturale per raggiungere gli altipiani, ma la maggior parte delle gole sono di difficile accesso, e fino a che non si saranno aperte grandi strade, come nelle gole del Giura, sarà necessario in molti punti valicare le alte creste che dividono le bassure e i loro villaggi. La mancanza di comunicazioni dirette ed agevoli rende molto difficili e pericolose le operazioni militari nella Bosnia. Ad oriente di tutti questi ammassi, nella regione dove si incrociano le sorgenti del Vardar e della Morava, passavano e ripassavano gli eserciti. Ivi si estende il letto di un antico lago che è tuttora percorso sul territorio ottomano dalla Sitnitsa, uno degli affluenti superiori della Morava serba: è la pianura di Kossovo, il triste Campo dei Merli, il cui nome suscita dolorosi ricordi nel cuore di tutti gli Slavi meridionali, giacchè è colà che soccombette la potenza serba, nel 1389.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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