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      Fu già un tempo, quando a molti patrioti italiani e tedeschi, i quali non potevano tenere per serio il programma del delenda Austria, pareva ottima soluzione il suo avviamento verso l’Oriente; così avrebbe potuto comporre quelle frammentarie popolazioni in equo consorzio, raccogliere la maggior parte dell’eredità della Turchia, stringere tutte le genti slave del sud in robusta federazione fra loro, e con le magiare e le rumane, lasciando liberi di unirsi alle rispettive nazionalità non solo gli Italiani, che giammai hanno avuto nell’impero alcuna influenza politica, ma i Tedeschi che la pretesero sempre e per lungo tempo l’ebbero assai maggiore di quello siano la forza loro ed il numero, se non la coltura. Rassegnandosi parecchi anni innanzi al cómpito assunto poi a Berlino, la monarchia degli Asburgo avrebbe evitato a sè ed ai vicini più di una guerra. Imperocchè non giova credere alle dottrine del fatalismo storico ed all’assoluta vanità del senno e della previdenza politica.
      Per rendersi ad un tempo benemerita di Germania e d’Italia, tra le quali la storia le affidava quasi un arbitrato permanente, l’Austria-Ungheria avrebbe dunque dovuto rivolgersi assai prima all’Oriente, od almeno senza quelle esitanze che ne accompagnarono l’azione sino all’ultimo. «Potenza in gran parte composta di stirpi slave, - scriveva, nel 1859, Tullo Massarani, - e, rispetto a queste, interprete di una più alta coltura, e antesignana, che poteva essere, di una più robusta, operosa e progressiva civiltà, era da lei, pareggiandone i diritti e componendole in equo consorzio, stringerle tutte, dalla Vistola alla Narenta, in una gagliarda federazione.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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