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      È vero che questi boschi furono dovunque tenuti con gran cura; ogni albero ha segnato il suo valore ed è notato dal boscaiuolo il giorno in cui deve esser tagliato; il viaggiatore non penetra in mezzo ad una natura vergine, ma i tronchi sono così alti e diritti, i loro rami hanno tale una maestà, e fra di essi, quando il vento li scuote, risuona una voce così potente, che l’incanto della foresta vi domina e la si crede piena di esseri viventi. Le piantagioni resinose non sono meno belle delle foreste d’abeti. Il pino, introdotto per opera dell’uomo nelle foreste dei Vogesi, è più raro, salvo sulle pendici discoscese esposte al sole del mezzogiorno, ma anche in Alsazia raggiunge dimensioni straordinarie. I bei gruppi di montagne dei Vogesi hanno pure boschi di larici. A ponente del varco di Saverne e nella Lorena si distendono del pari foreste bellissime di abeti e di piante resinose; si ammirano soprattutto quelle di Bitche e quelle di Château-Salins, dalle quali il governo francese ritraeva il legname da costruzione per la sua marina; ma in media le foreste della Lorena sono ad un tempo meno belle e meno estese di quelle dell’Alsazia; coprono solamente la quarta parte del territorio, mentre sul versante del Reno un terzo del paese è ancora coperto da grandi alberi.(4) Quasi la metà di queste vaste estensioni di boschi appartengono ancora ai comuni: lo Stato, i privati ed i pubblici stabilimenti si dividono l’altra metà.(5) A misura che questi boschi si venivano meglio utilizzando nel corso dei secoli, gli animali selvatici scacciati dall’uomo andavano scomparendo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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