Malgrado i concatenamenti delle frontiere politiche, ciascuna di queste regioni, il Baden, l’Assia, e le valli della Nahe, della Lahn, della Mosella, della Sieg, della Ruhr, meriterebbe di essere studiata a parte, se il Reno, scorrendo da sud a nord, non ne avesse fatto un insieme di paesi, i quali in Germania ed in Europa hanno un carattere speciale nella storia del pari che nel clima. Il destino degli abitanti delle sue rive proporzionatamente più numerosi degli abitanti del resto della Germania e dell’Europa in generale, fu in gran parte connesso alla direzione presa dalla corrente del fiume disceso dalle Alpi.(1)
      Certo è che anche prima della storia scritta dell’Europa occidentale, la comoda via tracciata dal Reno fu frequentemente seguita dai popoli nelle loro migrazioni; il gran numero di denominazioni galliche, che si trovano tra gli antichi nomi delle città e dei fiumi, e la rassomiglianza che gli antropologi riscontrano lungo il Reno, al nord come al sud, nei tipi fisionomici e nella forma dei cranî, provano questi antichi spostamenti di popolazioni. Nondimeno il movimento dei popoli seguì molto più nel senso da est ad ovest, che in quello da sud a nord; le più importanti linee di migrazione, che passano nel bacino renano sono parallele all’asse del continente, cioè alla gran catena delle Alpi; sono le vie naturali offerte dagli affluenti orientali del Reno, dal Neckar, dal Meno e da altri fiumi meno abbondanti, che vanno a gettarsi nel suo corso inferiore. Per i popoli venuti dall’Oriente il Reno era un ostacolo, tanto maggiore, in quanto nella riva sinistra povera di affluenti trovavano al di là del fiume un’altra barriera di catene di montagne o almeno di altipiani e di pianure ondulate; onde guerre incessanti, determinate dagli urti e dalla reazione di popolo a popolo.