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      Non si hanno prove che la grande pianura lacustre del medio Reno, tra Basilea e Bingen, sia stata mai occupata da un ghiacciaio; non vi si scoprirono le tracce dell’immenso fiume glaciale che si spandeva al nord delle Alpi svizzere negli altipiani della Svevia e le alture di Niederyvald e del Tauno, che seguono a nord la pianura fluviale, non mostrano in alcun sito blocchi erratici od avanzi di morene.(3) Ma se i ghiacci non riempivano l’enorme cavità lunga 270 chilometri e larga in media 30, non per questo è meno evidente l’azione indiretta dei ghiacciai nei detriti e nelle ghiaie, che hanno riempito l’antico lago. Tutti questi depositi che coprono uno spazio di 800,000 ettari sopra una profondità sconosciuta sono stati recati dalle correnti glaciali. La massa principale di questo materiale di colmata si compone di detriti provenienti dalle Alpi e dal Giura svizzero; a destra e a sinistra è coperta in gran parte da ghiaie provenienti dai Vogesi e dalla Foresta Nera; finalmente uno strato di quell’antico limo chiamato lehm o loess e formato da un miscuglio variabile di sabbie finissime, d’argilla e di carbonato di calce, ha ricoperto in più luoghi le terrazze laterali della valle sino a più di 100 metri ed anche a 170 metri al disopra del livello attuale del Reno. Lo spessore del loess varia in alcuni punti da 60 a 80 metri e nella sua profondità si trovano qua e là ossa di mammiferi, principalmente di elefanti, di rinoceronti, di buoi, di cavalli e di cervi, che i vortici della corrente hanno depositato un tempo sui banchi in formazione.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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